Caso Cambridge Analytica: Meta paga 725 milioni

Lo scandalo che ha posto fine all’età dell’innocenza del web è giunto alla fine. Meta pagherà 725 milioni di dollari per il caso Cambridge Analytica, il più grave episodio di violazione della privacy dell’epoca dei social network. Il vaso di pandora era stato aperto proprio da un dipendente della società di consulenza britannica nel 2018. Christopher Wylie rivelò infatti che in occasione delle elezioni presidenziali statunitensi del 2016 i dati di 87 milioni di utenti di Facebook erano stati utilizzati per ottenere una profilazione politica.

Il “cavallo di Troia” per ottenere queste informazioni era stato proprio un sondaggio, ThisIsYouDigitalLife, elaborato da Cambridge Analytica e distribuito all’interno del social di Mark Zuckerberg. La società ha quindi utilizzato i dati raccolti per mostrare contenuti in linea con gli interessi politici degli utenti tentando di influenzarne l’opinione. Una strategia che potrebbe essere stata decisiva per le vittorie di Trump negli Stati Uniti e dei Leavers nel referendum sulla Brexit nel Regno Unito.

La multa che Meta ha scelto di pagare chiude la class action aperta nel 2018 da parte di quegli utenti i cui dati erano stati usati per fini che non avevano accettato. Per il caso Cambridge Analytica il gruppo di Zuckerberg aveva già subito una multa da 5 miliardi imposta dal governo USA.

 

Credits: Pixabay

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