Come difendere la propria auto dalla grandine

Sono ancora vive nella memoria di ogni automobilista le immagini apocalittiche dei parabrezza sfasciati e delle carrozzerie da buttare viste negli ultimi giorni. La grandine colpisce d’estate ma chicchi di queste dimensioni non si erano mai visti e la conta dei danni assomiglia più a un bollettino di guerra. Come fare per non farsi divorare dall’ansia?

La soluzione migliore è ovvia: proteggersi da questo tipo di calamità con una copertura assicurativa supplementare contro gli “eventi naturali” o “atmosferici”. Spendere poche decine di euro in più rispetto al costo della sola polizza RC auto può garantire una maggiore tranquillità. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione alle clausole, come la franchigia e il massimale, per capire la quota di danno a carico dell’automobilista e l’entità massima del risarcimento offerto dalla compagnia assicurativa.

Se non siete stati previdenti e volete attivare una polizza del genere in questi giorni preparatevi a un salasso. Esistono però teli protettivi specifici per la grandine, molto gettonati ultimamente su Amazon e in qualsiasi negozio specializzato. Ovviamente esistono numerose fasce di prezzo: più questo sale e maggiore sarà la probabilità di andare a dormire senza incubi.

Se invece la macchina è già stata bersagliata dai malefici chicchi solo una persona può salvare il salvabile: il carrozziere. La tipologia di riparazione dipenderà dall’entità dei danni causati dalla grandine. In situazioni gravi, la riparazione tradizionale prevede la raddrizzatura della lamiera, la stuccatura e la riparazione della parte colpita dai chicchi. Questo tipo di intervento è inevitabile quando è necessaria la sostituzione di parti della carrozzeria danneggiata. Tuttavia, in casi meno gravi, si può optare per la tecnica del cosiddetto “levabolli”, che consente di risolvere il problema senza dover ricorrere a una riparazione completa.

Foto di Emanuel Neacsu su Unsplash